
Pianta di Roma nel 1599-1600
La carta disegnata dal Maggi nel 1599 e pubblicata nel 1600 porta il titolo in alto: DESCRIPTIO VRBIS ROMAE NOVISSIMA A · D · MDC. La proiezione e la figurazione sono di tipo obbliqua con alzato. La carta è priva di indicazioni toponomastiche. Vi sono circa 80 numeri i cui toponimi dovrebbero figurare in una rubrica che qui manca. Una rubrica di 52 numeri è presente nella ristampa del 1610. Delle vignette che le fanno da cornice vi sono disegnate le sette chiese quali tappe del pellegrinaggio romano Septem ecclesiae Urbis Romae. Ogni vignetta è accompagnata da una breve didascalia. In basso da sinistra a destra: tetrasticum in onore di Pietro Graziani; l'apertura della Porta Santa; la dedica di Lorenzo della Vaccharia a Giovanni Antonio Romano scalco di Clemente VIII. Nell'angolo a sinistra della carta è presente la sottoscrizione dell'autore: "Ioannes Maius Rom. deliniavit (sic), A. D. 1599".
A.P. Frutaz, Le piante di Roma, Roma 1962, II, CXLIII, 283.
A.P. Frutaz, Le piante di Roma, Roma 1962, I,CXLIII, p. 203.
Esemplare conservato presso la raccolta delle stampe e dei disegni del Comune di Milano nel Castello Sforzesco, Cart. M. 17-18. Un altro esemplare dell'edizione originale è conservato presso il Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma, Fondo Corsini, n. 75924, dal volume 47. H. 7. Di questa pianta lo Hülsen segnala diverse ristampe (1610, 1650, 1672, 1750, 1773). Giovanni Maggi nella composizione della carta si è ispirato al prototipo di Matteo Florimi. Questi è un pittore e intagliatore romano operante tra il 1588 e il 1621. Lorenzo della Vaccharia (Vaccarius) è un editore e stampatore che opera in Roma nell'ultimo quarto del XVI sec.