
Pianta di Roma nel 1661-1662
La carta porta il titolo in alto: DISEGNO ET PROSPETTO DELL'ALMA CITTÀ DI ROMA. La proiezione e la figurazione sono di tipo obliquo-verticale con alzato. Le indicazioni toponomastiche sono all'interno della pianta. L'orientamento è con l'indicazione del Nord a sinistra. A sinistra dall'alto in basso: stemma di Alessandro VII e titolo con data 1662; dedica dell'editore al principe Mario Chigi sormontata dallo stemma del principe e circondata dalle figure simboliche delle acque di Roma, del Tevere, del Teverone (Aniene) e della Marrana, con la lupa e i gemelli. A destra dall'alto in basso: angelo con trombe; Roma seduta sui trofei reggente la Vittoria alata; targa con una nota di 23 numeri "di fabbriche et abbellimenti della città di Roma" fatti da Alessandro VII; sottoscrizione dell'editore con la data del 1661; stemmi dei Rioni.
A.P. Frutaz, Le piante di Roma, Roma 1962, II, CLIII, 338.
A.P. Frutaz, Le piante di Roma, Roma 1962, I, CLII, p. 214-215.
Esemplare conservato e custodito sotto vetro presso la Biblioteca dell'Istituto di Archeologia e Storia dell'Arte di Roma. Un altro esemplare è stato segnalato dallo Hülsen e risalente al 1664. Giovanni Giacomo De Rossi, editore della carta, ha apportato degli aggiornamenti all'originale del Tempesta e sono: il colonnato di S. Pietro; le fortificazioni di Urbano VIII sul Gianicolo; le due chiese all'inizio del Corso; la barcaccia di Pietro Bernini in piazza della Trinità; il Palazzo di Propaganda Fide; il Palazzo Barberini; il Palazzo del Quirinale; il Palazzo Mazarini in sostituzione delle rovine delle Terme di Costantino; la chiesa di S. Ignazio con la progettata cupola; i campaniletti del Bernini sul pronao del Pantheon; Piazza Navona con la fontana del Bernini; S. Agnese in Agone con la sua cupola; S. Maria Nova con la facciata barocca; Campo Vaccino alberato. In via Monserrato al posto degli edifici dell'antica Curia Savella, soppressa da Innocenzo X nel 1652, compare la nuova ala del Palazzo del Ven. Collegio inglese. Il toponimo Curia Sabella è stato lasciato così come compare nella pianta del 1593.