
Pianta di Roma antica
La carta porta il titolo in alto: "VESTIGIE DI ROMA ANTICA". La proiezione e la figurazione sono di tipo verticale icnografica, orografica. Le indicazione toponomastiche sono all'interno della mappa. L'orientamento è con il nord in alto. In basso a destra nella regione trasteverina vi è raffigurata la rosa dei venti a forma di medaglione con all'interno la lupa e i gemelli. In basso a sinistra targa con sottotitolo, sottoscrizione degli autori e dell'editore e la data. In basso destra targa con elenco dei 28 frammenti della pianta di Roma al tempo di Settimio Severo distribuiti tutt'intorno e riprodotti secondo i disegni del De Romanis (circa 1815), segue poi una nota tecnica. In basso al centro scala espressa in piedi antichi, metri, palmi romani, con moduli graduati.
A.P. Frutaz, Le piante di Roma, Roma 1962, II, XLII, p. 84.
A.P. Frutaz, Le piante di Roma, Roma 1962, I, XLII, p. 86.
Esemplare conservato presso la Biblioteca Nazionale di Roma: P. D. 10. Un'altro esemplare è presso la Biblioteca Romana e l'Archivio Storico Capitolino (Cart. XIII. 38) e nella collezione del Castello Sforzesco di Milano. La prima edizione, dello stesso incisore ed editore, è del 1818. Esiste poi una terza edizione del 1839. La presente edizione è corretta e ampliata secondo le ultime scoperte del Nibby. E' questa la prima pianta archeologica di Roma antica rappresentata con rilevamento scientifico dei monumenti venuti in luce sino al 1826. Antonio Nibby è un archeologo mentre Giovanni Acquaroni è un incisore e calcografo romano.